Più gli anni passano e maggiori diventano le paure che possono limitare gravemente la vita degli anziani disabili. Eppure un modo per uscire dal tunnel c’è.
Non è facile diventare grandi, soprattutto quando, raggiunta la soglia di una certa età, si cominciano ad avvertire i primi acciacchi. Anzianità è quasi sempre sinonimo di saggezza e maturità, eppure questa importante fase della nostra vita si accompagna spesso a due fattori meno positivi: l’arrivo di alcune e molto fastidiose (se non addirittura gravi) patologie e un profondo senso di solitudine.
Quest’ultimo si accentua anche per via della mancanza di autosufficienza che, nella senilità, ci convince che abbiamo bisogno degli altri. Per vivere e svolgere tutte le mansioni quotidiane, pure le più semplici, gli anziani disabili hanno bisogno di supporti e della presenza costante di qualcuno che se ne prenda cura (caregiver lo chiamiamo oggi).
Coloro che raggiungono questa età avanzata e soprattutto questa condizione sono esposti alla fragilità. Ci si sente quasi con le spalle al muro per via di necessità che fino a pochi anni prima sarebbero risultate impensabili. L’adattamento alla nuova realtà fa fatica ad arrivare. Il problema si palesa con maggiore virulenza se ad accompagnare gli anziani disabili non c’è davvero nessuno, né un parente né un amico né un assistente (anche professionista) che abbia la competenza e gli strumenti per provvedere a loro.
Le 4 maggiori paure che influenzano la vita degli anziani disabili
Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto dei nonni. Molti di noi sono riusciti a instaurare un bel rapporto con loro, costruendo dei ricordi piacevoli. Altri purtroppo non li hanno neppure conosciuti. Tutti però sono figli di genitori che, a loro volta, sono figli di altrettanti genitori. Sappiamo cosa vuol dire diventare anziani, almeno indirettamente, guardando i cambiamenti giorno per giorno. Abbiamo conoscenza del fatto che l’invecchiamento non è una cosa interamente negativa, anzi, ma può portare dei notevoli disagi e limita di certo il nostro stile di vita (o lo limiterà, quando toccherà a noi).
È normale, quindi, che le persone anziane abbiano paura. In genere, i nostri anziani temono poche cose, proprio perché ormai hanno vissuto molte esperienze. La salute è uno di questi spauracchi della vita oltre una certa età.
Le perdita di autonomia è un’altra ombra nera che aumenta se non si interviene. Gli anziani disabili hanno la necessità di essere accuditi e guidati, la parte di autonomia che possono mantenere va difesa. Per questo motivo occorre che ci sia un aiuto personale e gli ausili pensati per la casa e per il fuori casa.
La paura della solitudine degli anziani disabili
La paura della solitudine è un terrore per chiunque. Se però un uomo giovane e sano può sempre scegliere di uscire e decidere di fare nuove esperienze (e di conseguenza nuove amicizie), una persona dall’età piuttosto avanzata e bloccata dagli acciacchi del corpo indebolito potrebbe non avere questa possibilità.
Chi non si può muovere senza sofferenza tende a restare chiuso in casa, a volte addirittura chiuso in un’unica stanza, sempre in attesa che qualcuno venga a occuparsi di lui e a fargli almeno un po’ di compagnia.
Negli ultimi anni sono nati, a questo proposito, dei call center a sfondo sociale che hanno come unico (o principale) scopo quello di tenere compagnia al telefono e intrattenere questa gente per farla sentire meno abbandonata.
La paura di dover dipendere da qualcuno
Un anziano che arriva a una certa età in condizioni fisiche precarie o addirittura in condizioni di disabilità ha bisogno di essere supportato sia a livello fisico ma soprattutto a livello emotivo come abbiamo detto prima.
Specialmente nel caso in cui parliamo di una persona, uomo o donna che sia, che nella vita è stata sempre attiva sia nel lavoro che in famiglia ma anche magari con le sue passioni personali e lo sport. In questi casa la situazione si complica.
Infatti nella mente e nell’anima di queste persone c è un timore profondo e difficile da accettare e cioè la paura, che spesso diventa realtà, di dover dipendere da qualcuno.
Un anziano che per tutta la vita è stato sempre in movimento si ritrova a dover passare molto tempo a casa e a dover avere bisogno di qualcuno, familiare o professionista, per fare le cose basilari come mangiare, lavarsi o andare al bagno.
Questo può diventare molto frustrante e portare gravi conseguenze dal punto di vista emotivo. Bisogna trovare dei modi e degli strumenti per rendere questa situazione sopportabile e magari anche armoniosa.
Anziani e disabili: come aiutarli?
Innanzitutto può essere utile trovare delle cose da fare in casa interessanti per l’anziano, come leggere. A non tutti però può piacere, si può dedicare del tempo ad altri intrattenimenti:
- vedere un film
- organizzare videochiamate con figli parenti e amici
- si può e si deve lavorare sul benessere fisico
- è basilare curare le abitudini legate alla dieta, all’alimentazione e anche al sonno.
Bisogna capire che il riposo non è solo quello notturno. Un anziano può aver acquisito l’abitudine a riposarsi davanti alla tv. È bene accertarsi dello stato in cui si trova il materasso, ma non solo. È ormai consuetudine avere in salotto una buona poltrona relax. L’anziano disabile ha necessità di stare tanto tempo a casa in posizione confortevole. L’igiene è un aspetto delicato, si può sopperire al disagio di non essere completamente autonomi con il piacere del bagno. Ancora una volta l’aiuto di un ausilio come la vasca con sportello calza a pennello.
Evitare l’uso del letto quanto più possibile poiché non fa altro che renderlo triste. La posizione da seduto permette maggiore controllo e di conseguenza anche stabilità emotiva.
Questi sono tutti elementi che saranno utili affinché l’anziano non pensi di continuo al fatto di dover dipendere da qualcuno e invece lo accetti con serenità.
La paura di perdere le proprie facoltà intellettuali e cognitive
Anche questa è una paura comprensibile e che va accettata perché fa parte del ciclo della vita ed è fisiologica a una certa età. Infatti a un certo punto si comincia a perdere un po’ la memoria e ad essere più lenti nelle attività intellettuali come leggere e scrivere.
Bisogna ricordare una cosa: innanzitutto non tutti gli anziani arrivano a una determinata età nello stesso modo. Infatti ci sono molti anziani che arrivano alla terza età lucidi mentalmente perché magari hanno sempre allenato la loro mente e perché hanno sempre avuto un’ottima attitudine emotiva e interiore e verso una vita sana.
Ma anche se si arriva alla vecchiaia con qualche deficit cognitivo non bisogna scoraggiarsi ma accettarlo e cercare per quanto possibile, insieme all’aiuto delle persone care, di tenersi sempre allenati fisicamente e mentalmente.